19. Cristo si è umiliato per esaltare l’umanità umiliata dal peccato
La qualità che chiamiamo umiltà non è molto amata e praticata dall’uomo. Ci è difficile se non impossibile praticare la vera umiltà in quanto nella nostra condizione decaduta i nostri interessi vengono prima di quelli di Dio e del prossimo. Nella quotidianità, l’essere umili è sinonimo di debolezza. Umile è il perdente, mentre il vincitore è colui che raggiunge la gloria.
Cristo è l'eterno Figlio di Dio, il Re dei re che è divenuto l’uomo Gesù Cristo per sempre, per essere il Mediatore perfetto del Patto di Grazia tra Dio e il Suo popolo, mediando sia nel Suo stato di umiliazione che nel Suo stato di esaltazione (D&R#23). Questi due stati di Cristo (umiliazione e esaltazione) sono tanto importanti per la nostra salvezza quanto lo siano le Sue due nature (divina-umana) e il suo triplice ufficio di mediatore.
Il Catechismo Minore di Westminster insegna:
#27. In che cosa consistette l’umiliazione di Cristo?
L’umiliazione di Cristo consistette nel suo nascere, e questo in una condizione umile, sotto la legge, nel subire le miserie di questa vita, l’ira di Dio, e la morte maledetta di croce; nell’essere sepolto, e rimanere sotto il potere della morte per un certo periodo di tempo.
I punti trattati in questo studio sono i seguenti:
a. L’umiliazione di Cristo
i. L’incarnazione
ii. L'umile condizione
iii. Sottomesso alla legge
iv. Nelle miserie della vita
v. Sotto l'ira di Dio
vi. La morte di croce
b. Cristo 'svuotò' se stesso