26. La Sua Luce nella nostra sofferenza
Testo: Giovanni 9:1-5
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Vi siete mai chiesti il perché nei vangeli vi è posta tanta enfasi sulla guarigione operata verso i cechi, gli zoppi, i sordi o i lebbrosi?
Perché non leggiamo di Gesù guarire le calvizie maschili, o problemi più gravi come le malattie cardiache e il cancro? Il motivo per cui Gesù dà la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la capacità di camminare agli zoppi e ripristina la purezza cerimoniale agli impuri è perché tutte queste visibili riflettono malattie ciò che il peccato invisibilmente reca a tutti, a persone "sane "Vieni e vieni me. Il nostro esser nati nel peccato, seppur nati vedenti, ci rende ciechi alla luce di Cristo, seppur udenti, ci rende sordi alla verità della parola di Dio.
«Il Figlio dell'uomo» (v. 35) è il Dio incarnato che appare a Daniele (7,13-14) a cui è stato dato dominio per trasportare i malati di peccato, i peccatori come me e come te, dal regno delle tenebre alla luce, dalla morte alla vita eterna, dall'esser nati come figli di Satana in Adamo, all'esser adottati come figli di Dio in Cristo!
Dunque, il cap 9 si apre con una discussione tra Gesù e i suoi discepoli riguardo il cieco nato che si concentra su una grande questione teologica: perché la prova? Perché la sofferenza prima o poi bussa alla porta di ognuno di noi? Questa domanda assieme alla risposta di Gesù ai discepoli costituiranno i nostri due punti odierni. Vedremo insieme:
1. Perché c'è la sofferenza in questa vita
a. Risposte non bibliche
b. Risposte bibliche
2. Che cosa dobbiamo fare nella sofferenza