08. Che ne farai tu di Gesù il Cristo?

Nei primi 3 capitoli del Quarto Vangelo assistiamo ad una serie di eventi attraverso i quali emerge una chiara contrapposizione tra la nuova era messianica che Gesù è venuto ad inaugurare e il superamento della vecchia era, rivelando la superiorità della nuova sulla vecchia (nuovo vino in Cana, superamento del tempio di Gerusalemme, nuova nascita … ).

E nel bel mezzo di questa contrapposizione tra il vecchio destinato a passare e il nuovo destinato a prenderne il posto, non solo abbiamo visto una crescente rivelazione di Gesù quale il Messia tanto atteso, ma abbiamo anche assistito ad una crescente opposizione e ostilità dei più nei confronti del Signore. Abbiamo visto infatti la gelosia dei Giudei preoccupati per gli insegnamenti promulgati dall’ex falegname, il quale con la sua luce di verità e autorità minaccia le loro tenebre e corruzione. Ma il testo odierno ci parla di un’altra opposizione che sta crescendo proprio quando Gesù lascia Gerusalemme e si sposta con i Suoi nella campagna della Giudea per battezzare (v. 22). I discepoli del Battista vengono presi dall'invidia quando vedono che il ministero di Gesù il falegname comincia ad esser più popolare di quello del loro Rabbi. Essi, infatti vanno da Giovanni lamentandosi: “«Rabbì, colui che era con te di là dal Giordano, e al quale rendesti testimonianza, eccolo che battezza, (e ci sta rovinando gli affari), infatti ora tutti vanno da lui, (e tra un po' noi rimarremo da soli)»” (v. 26).

Il peccato d’invidia mosso dal desiderio di mettersi in mostra o di arrivare a impossessarsi di qualcosa che un altro possiede è un’attitudine che tutti noi sperimentiamo. Per nostra natura noi tutti tendiamo ad innalzarci anziché umiliarci. Infatti, proprio tale attitudine di auto esaltazione è la base di tutti i peccati. Il Serpente antico riuscì a confezionare e a far centro con la sua prima tentazione promettendo ai nostri progenitori, “mangiate e sarete come Dio, (mangiate e avrete ciò che Dio ha)” (Gen. 3:5). Purtroppo, però, il peccato ci ha fatto diventare tutti come Satana, radicando in noi il costante desiderio di esser al centro di tutto e di ricercare la nostra gloria personale al di sopra di tutto.

Ma, la risposta del Battista ai suoi discepoli (vv. 27-30) e le affermazioni su Cristo fatte dall’evangelista e che leggiamo dal v 31 al 36 sono oltremodo istruttive per tutti noi che, al pari dei discepoli di Giovanni, non siamo esenti dal peccato di invidia e gelosia. Nel testo odierno vediamo infatti

1.    La testimonianza del Battista (vv. 27-30)
2.    La testimonianza di Cristo (vv. 31-32, 34-35)
3.    La tua testimonianza (vv. 33, 36)

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, la figlia Abigail e il figlio Samuel.

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