10. La missione di Cristo e del cristiano
Tramite la vita emarginata della samaritana ora pienamente conosciuta, amata, e trasformata dal Signore, la salvezza di Dio si estende ai Samaritani (chiamati cani impuri dai Giudei), perché il Messia è venuto non solo per i Giudei ma soprattutto per essere “il Salvatore del mondo” (v. 42). Nel mentre questa scena va in atto in Sycar, il Signore insegna ai suoi perplessi discepoli che dai credenti stessi che hanno bevuto l’acqua viva, mediante il dono dello Spirito, diventano essi stessi “una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna” (v. 14), sono cioè collaboratori di Dio (1 Cor 3:9) e partecipi della Sua missione e dell’opera salvifica affidata dal Padre al Figlio. Paolo, afferma infatti, che ogni credente ha ricevuto il ministero della riconciliazione, ossia dopo esser stato riconciliato con Dio, egli stesso diventa strumento di riconciliazione tra Dio e gli altri peccatori come lui in virtù dell’opera perfetta e sufficiente di Cristo (2 Cor 5:18-20), “E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di [Gesù] Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti, Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione. Noi, dunque, facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro…”
Dunque, oggi considereremo insieme le due missioni che emergono dal testo, ossia
1. La missione di Cristo
2. La missione dei cristiani