11. La vera fede non si fonda sui miracoli

Per farci meglio cogliere le verità del vangelo di Cristo, l’evangelista Giovanni ama presentarci spesso figure, fatti e circostanze in netto contrasto tra loro. Abbiamo già visto come al capitolo terzo Giovanni ci presenta un uomo religioso, il dotto e rispettabilissimo Nicodemo membro del Sinedrio Giudaico, per poi, al capitolo quarto contrastarlo con un’altra figura che, se vogliamo, è posizionata sullo spettro opposto dei bassifondi della società: una donna, per di più samaritana, anonima ed emarginata per via del suo pubblico peccato.

Ma gli eventi narrati nel quarto capitolo ci presentano un altro tanto stridente, quantoassoluto contrasto. Ci presentano un’umanità divisa in due. Da una parte c’è chi rigetta Cristo, o al più lo segue per un tempo giusto per cercare di spillargli qualche miracolo; dall’altra troviamo invece chi riceve Cristo per quel che Egli è, il Messia tanto atteso, il Dio incarnato venuto per inaugurare l’era messianica e salvare il peccatore riportandolo a Dio.

Approcceremo il testo odierno considerando:

1.    Il contrasto tra samaritani e israeliti
2.    Il miracolo cercato benedice ma non salva
3.    La Parola ricevuta trasforma e salva

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, la figlia Abigail e il figlio Samuel.

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