18. La sovrana salvezza di Dio

È a dir poco impressionante quanto l’incontro con la folla in Giovanni capitolo 6 ricorda l'esperienza di Mosè con Israele nel deserto. Gli israeliti brontolarono quando Dio diede loro manna dal cielo. In questo capitolo vediamo la stessa tensione nei Giudei appena sfamati da Gesù. In entrambi i casi, la gente si preoccupava della soddisfazione del loro unico bisogno terreno: entrambi cercavano la mano di Dio, ma non Dio stesso che era alla loro portata!

Gli Israeliti risposero alla manna chiedendo a Mosè: "Dacci della carne (Nm 11:13). La gente ai tempi di Gesù chiedeva: "dacci sempre di questo pane…mostraci altri segni!" (Gv 6:34). L'insoddisfazione degli israeliti nei confronti di Mosè portò loro alla ribellione, la folla di Giovanni 6 rigetta Gesù, e alla fine i loro capi lo consegnano per essere ucciso.

Ma ancor più triste è la realtà che il modo in cui gli israeliti reagirono a Mosè e gli ebrei reagirono a Gesù rispecchia il modo in cui le persone ancora oggi reagiscono a Dio e alla Sua Parola.

Per la sua natura morale decaduta, l’uomo è contrario alle verità di Dio. Ecco perché quest’oggi vedremo assieme tre importanti realtà che in questi versi Cristo ci insegna in merito “all’andare a Lui,” ossia alla salvezza. Vedremo

1. La triste inabilità del peccatore
2. La confortante sovranità di Dio
3. Eletti dal Padre per il Figlio

Rev. Vincenzo Coluccia

Dopo aver lavorato per dieci anni nell’ambito dell’ingegneria strutturale, Vincenzo si è laureato in teologia presso il Westminster Seminary California. Ora è un ministro di culto ordinato presso la Chiesa Presbiteriana in America (PCA) incaricato dal Presbiterio della Costa Meridionale della California di fondare una chiesa presbiteriana nel capoluogo Salentino attraverso la Mission to the World (MTW), l'agenzia missionaria della PCA, per cui lavora insieme alla moglie Judit dal 2020. Attualmente, Vincenzo è pastore della Chiesa Presbiteriana di Lecce, città in cui vive assieme alla moglie Judit, la figlia Abigail e il figlio Samuel.

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